Cambiamenti climatici - Verso il futuro, il mondo nelle nostre mani

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Cambiamenti climatici





CAMBIAMENTO CLIMATICO

Tra le sfide principali che siamo chiamati affrontare nel nostro viaggio verso il futuro, c'è sicuramente il cambiamento climatico e gli effetti che esso determina.
 
 
Definire quantitativamente il cambiamento climatico non è certamente semplice in quanto richiede la raccolta di una notevole mole di dati trasparenti e imparziali. Proprio per questa ragione, sono diversi gli istituti indipendenti che hanno ricavato le temperature medie annue globali: dalla differenza tra queste e la temperatura media di un periodo di riferimento (generalmente un trentennio), si sono ottenute le cosiddette anomalie termiche, che ci permettono di comprendere se vi sia stata una variazione delle temperature medie globali nel lungo periodo.

In questo grafico, diverse istituzioni hanno valutato le anomalie termiche rispetto al trentennio 1960-1990

Per esprimere visivamente questa variazione di temperatura, il climatologo Ed Hawkins ha elaborato delle visualizzazioni grafiche di grande impatto.
 
Tra questi grafici, riportiamo Climate spiral che tiene conto delle anomalie termiche rispetto al periodo 1850-1900. In questa rappresentazione, i singoli anni sono costituiti da poligoni i cui angoli corrispondono ai diversi mesi dell'anno: quello che possiamo osservare è la tendenza delle anomalie termiche al raggiungimento di +1,5°C al di sopra delle temperature presenti nell'epoca preindustriale (1850-1900), in modo concorde a quanto previsto dall'IPCC. Perchè l'anno di partenza è il 1850? Perchè è a partire da questa data che sono stati raccolti i dati riportati nell'HadCRUT4, ossia il dataset che raccoglie tutte le anomalie termiche registrate negli anni.
Come sarebbe questo grafico se fosse tridimensionale? Vieni a scoprirlo presso la mostra Verso il futuro!


Climate spiral, Ed Hawkins

Nello specifico...
 
  • 1877-78: il fenomeno El Niño aumenta le temperature globali
  • 1880-1910: abbassamento delle temperature, in parte causato da eruzioni vulcaniche; le polveri schermano i raggi solari.
  • 1910-1940: aumento delle temperature, in parte causato dalla ripresa dalle eruzioni vulcaniche e in parte per variabilità naturale
  • 1950-1970: temperature piuttosto basse a causa degli aerosol di solfato che mascherano il calore prodotto dai gas serra
  • 1980-ora: aumento delle temperature con un picco compreso tra il 1998 e il 2016 a causa degli eventi legati al fenomeno di El Niño       
Un'altra visualizzazione grafica prodotta da Ed Hawkins è chiamata Warming Stripes, ossia delle linee verticali colorate in modo tale da rappresentare la variazione della media annuale delle temperature mondiali o relative ad un singolo Paese. Le Warming Stripes sono fruibili e scaricabili gratuitamente cliccando qui.


Warming Stripe dal 1880 al 2018 - Globale
Warming Stripe dal 1901 al 2018 - Italia
In cosa si devono ricercare le ragioni del surriscaldamento climatico? L'aumento delle temperature del pianeta può essere legato a fattori naturali (attività vulcanica, attività solare e variazione dell'orbita terrestre) e a fattori antropici, come l'elevata concentrazione di gas serra in atmosfera. Ciascuno di questi fattori climatici può essere associato ad una forzante radiativa che, secondo la definizione dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) corrisponde alla misura dell'influenza dei singoli fattori sull'ammontare dell'energia radiante rivolta verso la superficie terrestre. Se questa forzante radiativa risulta positiva, allora questo è indice del fatto che il fattore climatico considerato contribuisce ad aumentare la temperatura sul pianeta, mentre una forzante radiativa negativa indica che il fattore considerato tende a raffreddare la superficie terrestre. Nel seguente grafico osserviamo quali sono le forzanti radiative associate ai diversi fattori climatici, considerate a partire dal 1750 e come queste hanno influito sulla temperatura globale:


In questo grafico osserviamo diversi fattori climatici e le forzanti radiative ad essi associati.

Osservando questi grafici, ottenuti dai dati del NASA Goddard Institute for Space Studies, possiamo riconoscere che nessuno dei fattori naturali sembra aver influenzato il recente riscaldamento climatico a cui stiamo assistendo. Il fattore la cui crescita si sovrappone alla crescita della temperatura risulta proprio la concentrazione dei gas serra, tra cui la CO2.
In riferimento al superamento della soglia di +1,5°C oltre le temperature preindustriali, l'IPCC ha elaborato un Report speciale per individuare gli impatti di questo innalzamento. Una versione ridotta, per i decisori politici, si trova qui.
Il seguente grafico, riportato su tale documento dell'IPCC, ci permette di osservare i diversi scenari possibili in funzione delle scelte relative alla liberazione di CO2 in atmosfera.
Adesso conosceremo punto per punto tutte le caratteristiche di questo grafico ed il suo significato.
ANATOMIA DEL GRAFICO


Sull'asse verticale sono presenti le anomalie termiche (espresse in gradi centigradi °C), ossia le variazioni di temperatura rispetto al periodo 1850-1900 (periodo preindustriale). Sull'asse orizzontale sono riportati gli anni dal 1960 al 2100.

La linea grigia rappresenta la Global Mean Surface Temperature (GMST) che, secondo la definizione dell'IPCC, corrisponde alla media globale stimata delle temperature dell'aria vicina alla superficie sulla terra e sul ghiaccio perenne e delle temperature superficiali marine delle regioni oceaniche prive di ghiaccio, con variazioni normalmente espresse come deviazioni da un valore relativo ad uno specifico periodo di riferimento. Quando si valutano dei cambiamenti nel GMST, viene considerata la temperatura dell'aria vicina alla superficie sia terrestre che marina.

La linea arancione corrisponde al riscaldamento antropogenico stimato fino ad oggi, ossia il riscaldamento non legato a cause naturali, bensì all'attività dell'uomo.

L'ombra arancione definisce il probabile intervallo (+/-20%) relativo ai livelli di riscaldamento antropogenico stimato.



La freccia arancione tratteggiata individua l'andamento di temperatura previsto qualora il tasso di crescita della temperatura continui alla stessa velocità attuale; in questo caso, il superamento della soglia di +1,5° rispetto al periodo preindustriale avverrà probabilmente nel 2040. La barra continua in orizzontale, definisce l'intervallo di tempo in cui questo potrebbe realizzarsi.

Le aree colorate nel grafico definiscono i diversi risultati in risposta alle azioni intraprese dagli esseri umani.

Lo scenario evidenziato in grigio mostra l'intervallo del riscaldamento, previsto da un semplice modello climatico, immaginando un futuro in cui le emissioni nette di CO2 cadano a picco dal 2020 per raggiungere lo zero nel 2055 (questo può essere raggiunto quando le emissioni antropogeniche sono globalmente bilanciate dalla rimozione di CO2 in un certo periodo) e la forzante radiativa netta non legata alla CO2 aumenti fino al 2030 e poi declini.
In blu è invece visibile lo scenario che si potrebbe verificare nel caso in cui ci fosse una più rapida riduzione delle emissioni di CO2, raggiungendo lo zero nel 2040. Questa differenza nel tempo di riduzione ha un impatto anche sulle emissioni cumulative di CO2, come visibile nei grafici sottostanti, riportanti la variazione di Gigatonnellate di CO2 che si verifica in un anno.



L'ultimo scenario, colorato in viola, mostra il caso in cui le emissioni nette di CO2 si riducano a zero nel 2055, ma la forzante radiativa non legata alla CO2 rimanga costante dopo il 2030.


Da quanto emerge, il futuro del nostro pianeta dipende dalle azioni e dai comportamenti dei Paesi ed è, quindi, anche nelle nostre mani.





 
Come riportato all'interno di questo articolo di Antonio Scalari su Valigia Blu, di pari passo rispetto all'attenzione mediatica, anche la disinformazione relativa alle tematiche ambientali ha subìto una nuova impennata. Ti consigliamo la lettura dell'articolo citato se vuoi attrezzarti contro la disinformazione.
La domanda che forse ti verrà spontanea è: "come posso riconoscere un articolo che riporta notizie non veritiere"?
Anzitutto è fondamentale tener conto delle fonti a cui esso attinge e quali sono gli autori di tali fonti. Per coloro che sono più vicini alle visioni complottiste, i termini politico e governativo sono, talvolta, associati all'idea della manipolazione mediatica per fini diversi dalla ricerca scientifica; pertanto l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), essendo intergovernativo, può subìre questo stesso trattamento. Sfruttando quest'onda cospirazionista, è stato istituito il NIPCC (Nongovernmental International Panel on Climate Change), che tenta di proporsi come gruppo super partes per dare una seconda opinione relativa ai dati sul cambiamento climatico in atto.

L’NIPCC dichiara la propria indipendenza da qualsiasi agenzia governativa e da qualsivoglia governo. Tuttavia, questo non significa che non sia sostenuto da alcun ente in assoluto: tra gli sponsor, infatti compaiono The Center for the Study of Carbon Dioxide and Global Change, The Heartland Institute e The Science and Environmental Policy Project.

Nello staff del primo compaiono solo tre nomi, tra i quali Craig Idso che, secondo la sua biografia, è stato Direttore dell'Environmental Science at Peabody Energy, la più grande compagnia privata al mondo nel settore del carbone, e Frederick D. Palmer, che è membro del Concilio Nazionale sul Carbone e che è affiliato anche del secondo sponsor, cioè The Heartland Institute, diventato famoso negli anni '90 per le sue posizioni in difesa dei fumatori.

Trovi qui di seguito un’immagine presente sul loro sito. Cosa ne pensi?




PARLARNE SÍ, MA CORRETTAMENTE

Tra scienziati e supposti tali l’atmosfera può scaldarsi parecchio e la scelta delle parole utilizzate dai media può fare la differenza nella percezione e nella comprensione scientifica del fenomeno. Per questa ragione, il giornale inglese The Guardian ha definito delle scelte linguistiche nella diffusione di notizie relative a questa tematica. Sì, perchè non dimentichiamo che è importante parlare di cambiamenti climatici, ma è fondamentale scegliere delle modalità adeguate per farlo.

All'interno di questo articolo di Lorenzo Maestripieri, pubblicato su Duegradi, sono riportati alcuni consigli su come affrontare al meglio le discussioni sulla tematica, sottolineando il fatto che avere un confronto con chi ha delle opinioni contrarie rappresenta sempre una spinta per entrambe le parti alla ricerca di nuove fonti a cui attingere. É anche molto importante scegliere il tono giusto da utilizzare nelle discussioni, in modo tale da avviare una conversazione costruttiva.
A tale proposito, ci viene incontro il progetto sociale Parole Ostili che, mediante un manifesto declinato in diversi settori, si propone di diffondere l'attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.



                                     
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